domenica 12 febbraio 2006

.::Quant'è bello sbagliarsi!


Sostenitori dell'ex-presidente René Preval manifestano per le strade di Port-au-Prince perché venga dichiarato ufficialmente vincitore delle elezioni.

Anch'io avevo fatto come un po' tutti da queste parti: di Haiti é meglio parlar male se si vuole finire in prima pagina. Peró nell'intervista alla Misna avevo detto quello che sentivo e quello che un po' tutti, onestamente, ci aspettavamo: elezioni nel caos, violenza e guerriglia...
I pochi commenti che facevamo attraverso la frontiera tra Dajabón e Wanament erano di apprensione e sfiducia: le notti cariche di tensione delle settimane precedenti ci avevano fatto temere il peggio.

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E invece il peggio non c'è stato: anzi, é successo quello che davvero nessuno si aspettava. Un'affluenza alle urne che si aggira intorno al 65% degli aventi diritto al voto (ricordando che non tutti gli haitiani sono riusciti ad ottenere una carta elettorale) e un bilancio delle vittime che è di "soli" 4 morti e 40 feriti.


Mi ha fatto ridere (anche se a denti stretti) la battuta di un amico giornalista dominicano: "e chi se l'aspettava da Haiti una cosa cosí? Qui da noi, durante le elezioni presidenziali del 2004, non so se ci sono stati 10 o 15 morti, tutti d'arma da fuoco! E per fortuna che sull'isola eravamo noi il solo paese democratico!".


Tutto è andato bene, almeno finora: non voglio certo ricadere nello stesso errore di pronostico, ma adesso siamo solo al conteggio dei voti, e le cose possono cambiare. Renè Preval, ex presidente dello stesso partito di Aristide, è vicino al 50% dei suffragi, e non si sa ancora se riuscirá ad evitare il secondo turno, programmato per il prossimo, lontanissimo 19 marzo. È probabile che i gruppi armati (sostenitori di Guy Philippe e altri...) stiano aspettando proprio il secondo turno per far sentire il loro peso. Ma se il Consiglio elettorale provvisorio dovesse proclamare Preval come presidente al primo turno, potrebbe benissimo precipitare la situazione. Non ci spiegheremmo altrimenti gli scontri a fuoco che hanno preceduto tutti i comizi elettorali di Preval e le intimidazioni inflitte alla popolazione fino a poche ore prima del voto.

È possibile però che un margine di vantaggio così grande (Leslie Manigat, il secondo candidato, è rimasto fermo all'11 %) affievolisca le speranze dei golpisti e dei ribelli: René Preval avrebbe dalla sua la metá della popolazione. Tre settimane fa, in un ristorante* di Dajabón avevo conversato con una ragazza haitiana, studentessa di medicina in Repubblica Dominicana. Per lei Preval è l'unico candidato possibile per Haiti: "lui non è mai stato povero, e gli haitiani non si fiderebbero mai di un presidente che sia stato povero. Non è mai stato nemmeno ricchissimo, ma se fosse stato povero non lo voterebbe nessuno".

La povertà è la vera "bestia nera" di questo popolo "nero". Chissà sia arrivata veramente l'ora per gli haitiani di dimenticarsi cosa voglia dire questa parola.


* Los Platanitos, il comedor popular dove mangio tutti i giorni pollo e banane fritte inondate di ketchup, brrr!





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