giovedì 13 aprile 2006
.::Italia – Haiti: 1 a 1
[Foto "ritoccata" di Daniel Aguilar - Reuters]
Potendo fare un confronto tra le elezioni italiane del 9-10 aprile e quelle haitiane del 7 febbraio, credo proprio che sarebbe difficile dire quale delle due democrazie stia meglio di salute.
Mi sa che finirebbe in paritá questo derby politico Italia - Haiti, un derby che per me è finito con un magro 1 a 1, visto che, almeno, sono risultati eletti i due candidati che preferivo.
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In entrambi i casi, Prodi e Preval erano stati dati per vincitori giá dall’inizio degli scrutini, con margini di vantaggio anche del 5% rispetto agli avversari (che nel caso di Preval era rappresentato dalla soglia del 50% piú uno dei voti, per poter evitare il secondo turno).
Poi, sia in Italia che ad Haiti, i sondaggi erano andati progressivamente calando, mettendo in dubbio la certezza della vittoria dei due candidati favoriti. I sostenitori di Prodi e di Preval avevano gridato all'allarme, facendo appelli alla vigilanza per garantire la regolaritá dello scrutinio.
La suspence duró fino all’ultimo, quando ormai era certo il risultato del voto. Nel caso di Prodi, i leader del centro sinistra erano scesi in piazza in anticipo per cantare vittoria, mentre nel caso di Preval, in piazza erano scesi migliaia di haitiani per acclamare il nuovo presidente eletto. I due “Presidenti P”, Prodi e Preval, potevano finalmente dichiarare alla stampa la loro soddisfazione, mentre gli sconfitti approfittavano del loro turno per lanciare accuse di brogli e sabotaggi.
Sia in Italia che ad Haiti é stato chiesto il riconteggio dei voti e sono pure state trovate, in entrambi i casi, urne elettorali abbandonate per la strada. Fortunatamente, nel caso italiano, erano voti giá conteggiati, e la verifica delle schede elettorali contestate è ancora in corso, dimostrando peró, giá dai primi risultati, che sará impossibile cambiare l’esito finale delle elezioni.
Questo mi consola fino a un certo punto, perché resta comunque il fatto che queste elezioni mi hanno molto deluso: non solo per il risicato margine di vantaggio con cui ha vinto il centro-sinistra, ma proprio per il modo in cui si sono svolte le elezioni, e ancor prima la campagna elettorale.
La democrazia non é solo una questione di voti, bensí di comportamenti e atteggiamenti democratici. Credo che nessuno dei due schieramenti abbia dimostrato di possedere la necessaria dose di democrazia per distinguere nettamente il nostro paese dal “caso” haitiano. Similitudini a parte, che quantomeno sono state buffe coincidenze, mi sono sentito proprio deluso da quello che ho continuato a leggere sui giornali e le agenzie stampa on-line. Mi sentivo piú vicino ad Haiti che all’Italia, e non solo geograficamente.
In poche parole, mi sono sentito contento di essere un “italiano all’estero”. E non solo per l’orgoglio di essere stato, anche con il mio voto, uno degli artefici della maggioranza al Senato, con quei 4 senatori eletti nella circoscrizione estero con il centro-sinistra. Il fatto é che sono stato contento, o forse meglio, sollevato di non essermi dovuto sorbire mesi di campagna elettorale e lo saró ancor di piú adesso, perché non dovró assistere al “dopo elezioni”, con un Berlusconi straripante di “coglionate” e un Prodi alle prese con i “tempi lunghi” dell’investitura e gli inciuci che si faranno a porte chiuse dentro la colazione. Insomma: “l’Italia agli italiani”, quelli dentro al confine nazionale. Io, per il momento, me ne rimango fuori.
E non pensiate che sia una maniera di lavarsi le mani: mi ero iscritto all’AIRE (Albo Italiani Residenti all’Estero) con 5 mesi di anticipo sulle elezioni, proprio per non perdere quel diritto al voto che per la prima volta nella storia repubblicana veniva concesso anche a noi emigranti. Continueró a fare il mio dovere di buon cittadino, ma credo di aver bisogno ancora di qualche altro anno di gavetta qui, nel cosiddetto “terzo mondo”, prima di poter ritornare in patria. Insomma, almeno fino a quando non impareró a vedere l’Italia come un paese in via di sviluppo dove andare a svolgere un progetto umanitario. E forse non saranno poi necessari tanti anni di attesa...
A proposito, mi dimenticavo di sottolineare che Prodi riceverá l’incarico di formare il suo governo probabilmente solo a metá maggio. Il suo collega Preval lo fará il 19 dello stesso mese: magari, se si metteranno d’accordo, festeggeranno insieme anche questa bella coincidenza!
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2 commenti:
Scusa il ritardo, ma AIRE é Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero e non Albo! :)
Buon Natale fratello!
Grande Vini! Hai ragione... credo che l'incubo delle spese di iscrizione all'Albo dei Giornalisti mi abbia influenzato! Un abbraccio e buon 2008!
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