martedì 19 febbraio 2008

.::K.O. per qualche mese!



Sí, da tempo sapevo di non essere Superman, però avrei voluto che la dimostrazione della mia umana fragilità non avvenisse in modo così traumatico!
Una banalissima caduta con la moto, e mi sono ritrovato con un ginocchio rotto e fuori combattimento per almeno tre mesi!

Avevo appena finito di lavorare e, con Fiordalisa, la mia ragazza, stavo andando all’università (da sole due settimane c’eravamo iscritti ai corsi serali: lei a psicologia e io giurisprudenza).
Partiti da casa, non avevo nemmeno messo la seconda quando il cane del vicino ci viene addosso come per morderci: riesco a evitare il cane ma non la pozza di fango vicino alla cunetta… scivola la ruota davanti, metto giù la gamba sinistra e crack!

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Seduto sulla moto mi prendo la gamba con le mani, che ciondola dal ginocchio in giù, ma senza dolore. Fiordalisa non si è fatta nulla, io non ho nemmeno un graffio, e i vicini guardano la mia gamba come un pendolo che li ipnotizza: nessuno dice nulla e subito arriva una macchina che mi porterà dal dottore.


Nella clinica di Dajabón, il tipo che dopo un’ora d’attesa mi fa una radiografia non riesce nemmeno a capire bene se la gamba sia fratturata o no. Il vicino, padrone del cane, dice un po’ scaramanticamente che il ginocchio sembra solo slogato (?!?): secondo lui, che di ossa rotte ne sapeva qualcosa, avrei dovuto piangere come un disperato. Chi invece stava piangendo era Fiordalisa, quindi io cercavo almeno di mantenere il contegno.

Dopo un’ora e mezza mi mettono su un’ambulanza senza nemmeno immobilizzarmi la gamba: soffro come un cane per altre tre ore e mezzo, il tempo di arrivare dalla frontiera fino a Santiago, (sostenendo la gamba con le mani!!!) lungo una strada che sembra sterrata per le tante buche che ci sono. Sentivo l’osso gridare ad ogni scossone mentre tutto si gonfiava come un pallone. L’ortopedista della Clinica di Santiago mi conferma che il ginocchio è messo malaccio: la testa della tibia è in frantumi e il legamento collaterale mediale è partito.

Il giorno dopo mi opera con la sponsorizzazione di una ferramenta del posto: una placca d’acciaio e 9 viti autofilettanti! Un successone!

Adesso tocca riposo forzato, fisioterapia intensa e molta pazienza. Cerco di rimanere in contatto con Dajabón, dove sta per partire finalmente il progetto di REVIDA: vorrei poter essere lì, per assistere di persona alla nascita di un sogno che mi è costato un anno e mezzo di lavoro.

Mmmh, sembra che qualcuno dica che questo è il senso della sostenibilità dei progetti di cooperazione: devono poter funzionare anche dopo che se n’è andato chi li ha creati. Beh, io non sono mai stato molto d’accordo su come funziona la cooperazione, tanto quella pratica come quella teorica. Staremo a vedere…

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Gianni , ancora nella rep domenicana!! Ogni tanto leggo il tuo blog , anchio sono di Fregona anzi di Osigo, mi chiamo Simone. Mi hai sicuramente visto sono solo un po di anni piu giovane di te!!
Anche io sono all ' estero , attualmente in polonia e ci staro tanti anni perche ho aperto una attivita . ti saluto ciao ..
e va pian in moto!!!

giannidalmas ha detto...

Ciao Simone, grazie per il commento e per aver visitato il blog.
Mi dispiace non ricordare esattamente chi sei, ma credo che questa sia una buona occasione per mandare una foto (giannidalmas@gmail.com) o passami l'indirizzo di una tua pagina web o blog ;)
Ebbene sí, sono sempre qui in RD, faccio il lavoro che piú mi piace, e l'unica volta che sono andato piano in moto mi sono rotto sto ginocchio!
Un saluto caraibico,
gianni

Annamaria Vicini ha detto...

Ciao Gianni, come stai? Guarita la gamba? In questi giorni ho aperto un blog sulle Nuove Tecnologie, mi piacerebbe che passassi a lasciare un commento ai miei post. L'indirizzo è: lospiteinquietante.blogspot.com
Un abbraccio.
Annamaria

Anonimo ha detto...

Ciao gianni, come va la gamba?
Ogni tanto mi metto a leggere le tue "avventure haitiane" e mi riporti indietro di qualche anno quando sono stato a Port au Prince con mia moglie Celine. Sei incredibile ed incredibilmente magico con le tue fotografie che continuano ad essere fonte di ispirazione per me ed il mio lavoro.
ti mando un abbraccio ed in bocca al lupo
Osmel Fabre (il marito di Celine della Misna)