martedì 13 giugno 2006

.::Ritorno al Batey

© giannidalmas
Niños nel batey di Boca de Mao

Dopo più di un anno, sono ritornato al Batey di Boca de Mao, uno di quei piccoli centri costruiti nel bel mezzo delle piantagioni agricole. Se la canna da zucchero si coltiva nel sud-est dell'isola, qui a farla da padrone sono le banane. E come sempre, chi lavora nei campi è haitiano, in gran maggioranza. E lo si vede dai bambini, che sono i primi ad accoglierti quando entri nel batey.

Ma questo non è un batey normale, nonostante i grandi sorrisi e gli occhioni enormi: lo scorso anno, a maggio, molti degli haitiani che vivevano in queste case di tavole e lamiera sono stati deportati massivamente dalle autoritá dominicane. Probabilmente il fatto più grave di tutto il 2005, un bel primato finito nel rapporto annuale di Amnesty International.
E proprio questo era il motivo della visita: due ricercatori di Amnesty, Gerardo e James, volevano conoscere direttamente alcune delle persone deportate illegalmente.

© giannidalmas© giannidalmas

"Gago", balbettando piú del solito, raccontó della paura che provó quando i militari dominicani avevano buttato giú la porta di casa sua, alle 5 di mattina. Gli spintoni, la fretta e tutti su sul camion dell'esercito, che lo aspettava giá carico di molta altra povera gente.
Filomena invece non può dimenticare due cose: il sentimento di impotenza di fronte alle carezze e agli apprezzamenti volgari di alcuni soldati e la vergogna che provò quando dovette attraversare il ponte sul Rio Massacre. Sporca, con due stracci addosso, di fronte agli sguardi e ai sorrisi beffardi di quelli che assistettero allo spettacolo del rimpatrio forzato verso Haití.

In quel venerdí 13 maggio, giorno di mercato a Dajabón, Filomena ricorda pure di aver ricevuto qualche battuta di scherno da parte di alcuni haitiani. Insomma, un giorno che vorrebbe poter dimenticare.

Io invece penso a quest'anno che è trascorso, alle persone che ho conosciuto e alla realtà che mi circonda. Miseria e voglia di tirare avanti; il giorno per giorno che fa a botte con la speranza di un futuro migliore.

Mi guardo intorno e non trovo risposte. A due passi gli uni dagli altri, si vedono dei dominicani scolarsi l’ennesima bottiglia di rum, mentre gli haitiani giocano a domino e chi perde si infligge delle colorate punizioni con le mollette del bucato.

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Dall’altra parte della strada, donne e bambini al lavoro, di domenica, alle prese con dei piselli. Anzi no, con tanti, tantissimi piselli: quando il catino sará colmo fino all’orlo potrà essere venduto a 10 pesos... Con quei soldi, penso, ci potranno comprare due bottigliette d’acqua (pulita), ma gli mancherebbero altri 5 pesos per comprarsi una Cola Real (l’alternativa dominicana alla Coca Cola).

Continuo a pensarci su, e mi rendo conto che sono fuori strada. Devo ritornare piú spesso in questi batey, per “imparare guardando” il sorriso di questi bambini.


© giannidalmas© giannidalmas

2 commenti:

mino ha detto...

sempre dettagli precisi, in testo e foto.
bravo :)

Unknown ha detto...

Ciao!
Per un paio di minuti dopo la festa dell 2010...ero a casa dei tuoi amici...e le tue foto mi sono rimaste impresse nella mente,ho visto tante fotagrafie,pero queste hanno la qualita espressiva e artistica...complimenti!Vai avanti!Purtroppo la galleria degli amici In Jackson Hole.Oswald gallery e stata chiusa,pero questo anno provero a trovarti tramite loro una galleria...troppo belle per non essere viste da piu umani.
Buon Anno!
Nikola Vucetic